Simbologia esoterica dei pezzi degli scacchi e il Mosaico del presbiterio di San Savino

//Simbologia esoterica dei pezzi degli scacchi e il Mosaico del presbiterio di San Savino

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Susanna Basile – Psicologa e studiosa di filosofia esoterica-

Per entrare nel merito della funzione esoterica dei pezzi degli scacchi dobbiamo iniziare ad esaminare la loro posizione sulla scacchiera. Ricordiamo che la funzione probabilmente originale del gioco poteva aver a che fare con l’uso degli scacchi per motivi strategici. La scacchiera è un campo di battaglia e il testo L’arte della Guerra di Sun Tzu ci segnala ad esempio riflessioni sullo evitare il pieno (cioè il nero) e attaccare il vuoto (cioè il bianco). Quando pensiamo ai colori, li associamo alla luce e alle tenebre, e così riferirsi anche ai colori scarichi e ai colori saturi. Così possiamo associare il bianco al vuoto o allo spirito e il nero al pieno o alla materia. Così la scacchiera potrebbe assumere una dimensione macrocosmica dove i vuoti rappresentano lo spazio e i pieni le stelle e i pianeti. Dicevamo nel primo articolo di questa rubrica, ricordando che le origini degli scacchi sono Indiane, che la battaglia degli scacchi nella dimensione esoterica è uno scontro fra angeli e demoni, deva e asura.

Figura 2 Scacchi medievali

Il vuoto associato alla luce e alla spiritualità, a cui tendere, l’albedo; il nero, alle tenebre, alla materia, materia oscura o alla prima fase del processo alchemico, la nigredo. I vuoti e i pieni possono rappresentare la fermentazione, l’energia necessaria per proliferare, moltiplicarsi e svolgere la sua funzione vitale, il caos della vita. Così la partita diventa, un processo per ordinare il caos o trovarvi una direzione, un equilibrio, un’armonia. Lo spirito sconnesso attraverso l’azione del Re deve essere ricondotto ad unità. Così il Re Bianco è la rappresentazione del Sé che deve connettersi con l’Ego rappresentato dal Re Nero. Infatti perdere i pezzi che si definiscono “mangiati” che vanno a finire nel territorio, nelle retrovie, “nell’intestino” dell’altro, fa sì che il bianco e il nero in qualche modo entrino in contatto si fondano costituendo una serie infiniti di grigi… un interessante simbolismo nel libro “Natura simbolica del gioco degli scacchi” di Mario Leoncini a proposito del Boucher: “Boucher mette in rilievo il simbolismo delle linee divisorie tra le caselle: su di esse si muoverebbe l’iniziato, alieno dall’abbandonarsi al bianco e al nero, mentre il profano passerebbe dall’uno all’altro senza equilibrio, e scatenando ogni volta reazioni contrastanti”. In origine il pezzo affiancato al Re era il consigliere, ma nell’Europa del basso medioevo si trasforma in regina, perché i pezzi vennero assimilati durante il periodo delle corti e dei Fedeli d’Amore. Il passaggio è significativo. La Regina bianca ha una sua precisa simbologia e può essere assimilata alla Sapienza. Il Re Bianco che rappresenta il Sé ha al suo fianco la Sapienza. Il Re Nero che rappresenta l’Ego ha al suo fianco la Regina nera dell’Ignoranza.
La scacchiera, composta di 64 caselle quadrate e alternate di colore bianco e nero simboleggia il pavimento (o piano) della Casa dei Misteri; in questo campo dell’esistenza o del pensiero si muovono delle figure intagliate, secondo una legge fissa.
Secondo la costituzione filosofica dell’uomo i Re rappresentano lo Spirito, le Regine la Mente, gli Alfieri le Emozioni, i Cavalieri la Vitalità, le Torri il Corpo Fisico.

Figura 3 Mosaico Presbiterio di San Savino

Altri elementi di caratterizzazione secondo la posizione: i pezzi schierati dalla parte del Re sono Positivi, quelli dalla parte della Regina Negativi; le pedine sono gli impulsi Sensori e le Facoltà Percettive, ossia le Otto Parti dell’Anima (quelle che fanno parte dell’Ottuplice Sentiero che abbiamo visto nel primo articolo). La natura di ogni figura del gioco si rivela dal tipo di movimento che la qualifica, una sacra geometria: la Torre nel suo moto lineare il movimento del corpo, l’Alfiere nel suo obliquo movimento quello delle emozioni, il Cavallo nel suo movimento a squadra ribadisce la vitalità, la Regina nella tridimensionalità infinita della mente, il Re come Spirito non può essere catturato, ma perde la sua battaglia quando è circondato e non può che capitolare. I pedoni rappresentano: la retta visione, la retta intenzione, la retta parola, la retta azione, il retto modo di vivere, il retto sforzo, la retta presenza mentale, la retta concentrazione. Nella disposizione iniziale degli scacchi sono contenute tutte le possibilità di evoluzioni future e così sviluppare numerose battaglie. Ma le possibilità non sono infinite, pur essendo in gran numero, perché siamo umani. Così dallo stesso schieramento iniziale si possono sviluppare innumerevoli possibilità che diventano simbolo dello sviluppo del cosmo. Al termine della partita i pezzi tornano nella disposizione iniziale e può ricominciare una nuova battaglia ciclica della vita che quindi simboleggia i cicli cosmici.

Figura 4 Mosaico presbiterio di San Savino

Il mosaico del presbiterio di San Savino in provincia di Piacenza ci dà un’idea dell’applicazione esoterica degli scacchi secondo i primi anni del Millecento. Tratto dal sito “Camminare nella storia”.
Il mosaico del presbiterio si articola su sei quadri geometrici, separati da fasce decorate. La complessa figurazione centrale del Tempo è fiancheggiata da quattro riquadri con scene che richiamano le virtù cardinali ed è sovrastata da una fascia allungata con coppie di animali. La scena centrale è sostenuta da un telamone ignudo. Nel cerchio al cuore dell’immagine un signore avvolto in un ampio mantello siede immobile su un sedile regale e sostiene con le mani i simboli del sole e della luna. È il Tempo che alterna il giorno e la notte, i mesi e le stagioni. Il cerchio successivo vede coppie di animali che si fronteggiano: due cani in alto, due cavalli in basso, a destra e a sinistra un basilisco e un grifo in coppie contrapposte. Negli spigoli figurano i simboli dei quattro venti – Borea, Euro, Noto e Zefiro – che compongono una sorta di rosa dei venti. I riquadri laterali descrivono le quattro virtù cardinali e lo fanno in modo originale, preferendo alla tradizionale simbolica femminile la descrizione di quattro scene di vita concreta. La Fortezza è declinata dal combattimento di due guerrieri che si fronteggiano armati di scudo e di clava. Gli antagonisti nella scena di torneo vestono abiti leggeri e proteggono il capo con un elmo. La Temperanza è simbolizzata da un pellegrino col bordone che giunge in una taverna dove (per quel che si capisce dalla scena rovinata) si gozzoviglia e si gioca a dadi. Il pellegrino resta in piedi e in modo austero si limita ad accettare solo un bicchiere di birra per dissetarsi dalla fatica del viaggio. La virtù della Giustizia è simbolizzata da tre parole: rex, iudex e lex. Con l’autorità che gli deriva dalla sua sovranità, il Re, seduto sul trono con scettro e corona, investe un personaggio in ginocchio del ruolo di Giudice e gli affida la Legge come esclusivo riferimento dell’azione giudiziaria. La Prudenza è genialmente interpretata da un regale giocatore di scacchi. Lontano dall’impulsività, dall’impeto della passione, dall’esercizio di aggressività e violenza, lo scacchista sottopone le sue mosse alla logica argomentativa, a una strategia articolata, alla sequenza di mosse principali e subordinate, a tattiche di resistenza e di resilienza, allo sbocco decisivo dello “scacco matto” pazientemente costruito.

Bibliografia
Sun Tzu L’arte della guerra Oscar Mondadori Milano 2018
Leoncini M. Natura simbolica del gioco degli scacchi Lulu.com 2015