Storia ed esoterismo nel Gioco degli Scacchi

//Storia ed esoterismo nel Gioco degli Scacchi

di

Susanna Basile – Psicologa e studiosa di filosofia esoterica-

Con questo primo articolo inizia una rubrica che riguarda il gioco degli scacchi in tutte le sue componenti storiche, esoteriche e perché no? anche psicologiche. Come tutte le avventure e le scoperte in ambito pioneristico anche questo excursus sarà costellato da fonti conclamate e da presunzioni determinate, da comparazioni di documenti, di storie, di miti e leggende, che accomunano diverse civiltà che si perdono nella notte dei tempi. Dopo una prima introduzione sulle presunte origini degli scacchi e della scacchiera verranno introdotti i significati esoterici e simbolici di ogni pezzo della scacchiera.

Figura 1 Scacchiera Sala Palatina Palermo

Esistono varie leggende nella definizione delle origini: una di queste riguarda l’uso del “gioco reale”, come passatempo preferito dai sovrani, fatto di esseri viventi mossi su pavimenti di marmo bianco e nero: i principi indiani seduti sui loro ornati balconi “discutevano” così le loro tenzoni. È possibile che risolvessero anche conflitti in ambito locale, un po’ come facevano gli antichi Greci, quando in luogo di far scorrere sangue da entrambe le parti, soprattutto se si apparteneva alla stessa gens, facevano combattere i propri “campioni”. O come aveva fatto Federico II di Svevia, quando concluse un accordo con al-Malik al-Kāmil, che era un Sultano ayyubide nipote di Saladino: infatti l’imperatore “discusse” la sesta crociata “a scacchi”, cioè per vie diplomatiche e per 10 anni regnò la pace a Gerusalemme. Ma per questa Sesta crociata incruenta fu scomunicato dal papa. Sappiate che era una delle tre volte in cui era stato scomunicato.
Cominciamo dalla scacchiera che costituisce anche il tracciato fondamentale di un Tempio, o di una città e corrisponde al tipo “classico” del Vâstu-Purusha-Mandala.
Nel suo Dizionario dell’esoterismo, lo studioso Mirabail definisce un Mandala come
“la proiezione del cielo sulla terra, costruita su cerchi e quadrati inseriti l’uno nell’altro, rappresentazione geometrica del mondo e degli dei, centrata attorno ad un asse orientato”.

Figura 2 Vastu Purusha Mandala

Esistono molti tipi di mandala, ma se prendiamo in considerazione i più semplici, possiamo notare che quello costruito su nove quadrati, ha una struttura che corrisponde al piano di tracciatura del centro del cosmo, sede di Brahma (divinità creatrice, principio di manifestazione e di emanazione), mentre i quadrati periferici esprimono l’orientamento verso i punti cardinali e solstiziali. Questo mandala è la versione quadrata della ruota cosmica a otto raggi.

Dallo schema del mandala a quattro e nove riquadri, attraverso una divisione interna che produce quadrati più piccoli fino ad ottenere una scacchiera, derivano 32 tipi diversi di tracciato, tra i quali i più importanti sono a 81 e 64. Nel mandala a 81 quadrati ciascun quadrato “cosmico”, è la sede di una divinità o spirito secondo una precisa disposizione: nei 9 quadrati del centro è la sede di Brahma o del dio a cui il tempio è dedicato; i dodici che circondano il centro sono la sede delle divinità solari, segni dello zodiaco, personificazioni delle leggi che reggono l’universo, che occupano le postazioni del Sole nell’arco dell’anno. Si può indicare questo diagramma come simbolo dell’esistenza, concepita come un “campo d’azione” delle potenze divine. Il mito secondo cui il Vâstu-Purusha-Mandala rappresenterebbe un Asura, personificazione dell’esistenza bruta, l’antica forza demoniaca risalente ad epoche primordiali e i Devas (ciò che è divino o celeste), che hanno sconfitto questo demone, stabilendo le loro “dimore” sul corpo disteso della loro vittima.

Figura 3 Vastu Purusha Mandala con Asura

I Deva imprimono agli Asura la loro “forma”, ma sono gli stessi Asura che li manifestano. Questo doppio senso che caratterizza il Vâstu-Purusha-Mandala, si ritrova “attualizzato dal combattimento” che il gioco degli scacchi rappresenta. Tale combattimento è essenzialmente il conflitto tra Devas e Asuras, Dei e Titani, Angeli e Demoni, che si disputano la scacchiera del mondo. È qui che il simbolismo del bianco e del nero, già contenuto nell’alternanza delle caselle della scacchiera, acquista tutto il suo valore. La scacchiera è il quadrato di 8, nonché lo svolgimento del cubo di 4, cioè le 4 facce sul piano orizzontale, i 4 elementi del Quaternario (terra, aria, acqua e fuoco). Nel Quaternario, e pertanto nel binario (gli opposti) del Quaternario (ottonario), vale a dire nel dualismo del bianco e nero delle caselle della scacchiera, l’uomo gioca la sua partita. Le caselle della scacchiera rappresentano gli eventi della vita, percepiti attraverso il dualismo umano: l’uomo percepisce dualisticamente non solo l’ambiente, ma sé stesso e la propria psiche. Il quadrato di 8 è il gioco della mente nella scacchiera dell’esistenza umana. L’alternarsi del bianco e del nero è l’oscillazione del pendolo, Spirito e Materia, Bene e Male, Conscio ed Inconscio, Luce e Ombra.

Figura 4 Cavaliere Normanno e Guerriero Arabo

La più antica descrizione del gioco degli scacchi si trova nelle “Praterie d’Oro” dello storico arabo Al Masudi, vissuto a Bagdad nel IX secolo. Al-Masudi attribuì l’invenzione – o se vogliamo la codificazione – del gioco ad un Re indù di nome “Balhit”, discendente di “Barahman”. Emerge qui una possibile confusione tra la casta dei Bramani e la dinastia di Barahman; ma l’origine brahmanica del gioco degli scacchi è dimostrata dal carattere eminentemente sacerdotale del diagramma 8 x 8 quadrati (ashtâpada – il nobile ottuplice sentiero).

Figura 5 Il Nobile Ottuplice Sentiero

Il nobile ottuplice sentiero dalle parole Buddha Shakyamuni: “Per mezzo di questo sentiero, si produce la visione, la gnosi che guida alla calma, alla perfetta conoscenza, al perfetto risveglio, al nirvana”. L’ottuplice sentiero è composto da:
• la retta visione,
• la retta intenzione,
• la retta parola,
• la retta azione,
• il retto modo di vivere,
• il retto sforzo,
• la retta presenza mentale,
• la retta concentrazione.
Nel prossimo articolo parleremo in dettaglio dell’ottuplice sentiero che permette di avere chiarezza di strategia nell’uso dei pezzi della scacchiera come “percorso di vita”.

Bibliografia
Barelli A. 2017, Il simbolismo della scacchiera. Atanor Edizioni, Roma.
Burckhardt T. 2003, L’arte sacra in oriente e occidente. L’estetica del sacro. Bompiani, Milano.
Mirabail M. 2006, Dizionario dell’esoterismo. Storia, simbologia, allegoria. Red Edizioni, Milano.