Il Massone Stefano Erario a Di Maio dei 5 stelle: “ci hai diffamati”

//Il Massone Stefano Erario a Di Maio dei 5 stelle: “ci hai diffamati”

Lettera a Di Maio “ipso facto”!

“Chi urla odio razziale, chi usa espressioni omofobe, chi è iscritto alla massoneria, chi nella propria vita ha portato azioni indecenti non si può candidare col M5s“.

Così, il candidato premier “pentastellato”, Sig. Di Maio, ospite nella trasmissione televisiva Otto e Mezzo di la7, diffama pubblicamente i Massoni e chiunque sia iscritto alla Massoneria, definendoli “impresentabili” al pari di propagatori urlanti di odio, omofobi, razzisti, e “Mafiosi”. Era il 29 di gennaio. Pronta fu la risposta del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Fr. Stefano Bisi, che il giorno dopo, il 30 di gennaio, definisce queste parole “aberranti e antidemocratiche” usate in maniera “irresponsabile e violenta”. Prendemmo così atto che il candidato premier alla presidenza del Consiglio, della nostra “amata” e martoriata Nazione, aveva espresso pubblicamente una posizione netta nei confronti di migliaia di uomini e donne che appartengono a questa “Istituzione” laica e non politica, superando persino chi, pochi mesi fa, gridava al sequestro dei registri anagrafici di tutte le Obbedienze Massoniche presenti sul territorio italiano. Una caccia alle streghe, finita con un nulla di fatto, ma che già si sentiva come un campanello d’allarme che avrebbe preoccupato chi, da sempre, lotta per i principi di libertà, di uguaglianza, di fratellanza, e aggiungo anche, di limpidezza e disponibilità. Preferimmo di conseguenza, mantenere il silenzio sostenendo in pieno la posizione del GM Bisi che riteniamo nostro altissimo riferimento pur essendo di “Famiglie” massoniche differenti.

Una campagna elettorale che, sarà un caso, si apre proprio il giorno 30 di gennaio,  con un “bestiale” fatto di cronaca che vede una “povera” giovane ragazza italiana smembrata da un “Nigeriano”, immigrato senza alcun permesso di soggiorno e noto alle forze dell’ordine per precedenti di spaccio di droga, immediatamente seguito da un gesto vendicativo, violento e razzista di un folle rigurgitante senza controllo e “fascista” per sua stessa ammissione. Insomma due fatti gravissimi che si stanno maturando sul nostro territorio Nazionale. Una “bomba sociale” che non poteva esimersi dal manifestare un altro, ma non nuovo, ignobile atto “socio-razziale”, si razziale, perché quello contro la “Massoneria”, non può essere definito diversamente, e spiego il perché. Non tutti sapranno che ad ogni ‘vigilia’ pseudo-rivoluzionaria Europea, e quindi anche Italiana, che germina odio e intolleranza sull’onda del disagio sociale, tra coloro che subiscono persecuzioni, espropri e condanne a morte, ci sono anche i Massoni. Durante le infami leggi “razziali” che caratterizzarono il periodo della seconda guerra mondiale ricordiamo i Fratelli caduti nell’eccidio delle “Fosse Ardeatine”, probabilmente 20, colpevoli di essere stati considerati un “numero sacrificale” causa la morte di alcuni soldati tedeschi in un agguato in via Rasella, fontana di Trevi, nei pressi delle sedi storiche della Massoneria di piazza del Gesù e di palazzo Giustiniani, che vanno sommati a quelli deportati nei lager di Auschwitz, tantissimi massoni, spesso confusi con le vittime ebree nei campi di concentramento, morti ammazzati o lasciati morire di stenti e successivamente cremati in un numero variabile che va dagli 80.000 ai 200.000. Numeri spaventosi e approssimativi anche per il rifiuto ostinato dei “Fratelli” che non si sono voluti dichiarare neppure difronte alla morte. Questi venivano contrassegnati da un triangolo rosso con la punta rivolta verso il basso, lo stesso che genericamente li distingueva al pari dei prigionieri politici. Ma non è finita. All’orrore del Nazismo e dalla soppressione di tutte le Logge italiane da parte del “fascismo”, si aggiunge quello delle vittime delle “Foibe” in Dalmazia di cui proprio oggi 10 febbraio se ne ricorda il massacro, dove, stavolta per mano Comunista, circa 200 Fratelli Massoni tra i quali alcuni noti personaggi, trovano ulteriore sterminio. Se ne deduce che la Massoneria non è un partito politico, tanto meno che di destra o di sinistra. Spesso si parla di “Massoneria Deviata”, bene, si sappia una volta per tutte che la Massoneria non può essere deviata, tutto ciò che è “deviato”, “ambiguo”, “mafioso”, “corrotto”, “macabro” e chi più ne ha, più ne metta, Non è Massoneria.

Ma torniamo al sig. Di Maio. Atteso nella nostra città di Brindisi per il Giorno 9 febbraio, ieri, apprendiamo che l’itinerario scelto dagli organizzatori locali dell’evento elettorale, prevedeva una prima visita nell’Istituto scolastico “Majorana” di Brindisi, seguito successivamente da un incontro pubblico presso il Cinema “Andromeda”, la cui struttura è posizionata al di fuori della zona del centro città. Questo fatto mi ha incuriosito, non capendo per quale motivo siano stati scelti due “luoghi”, apparentemente comuni ma non usuali per questo tipo di “visite” pre-elettorali. È noto che i “comizi” sono da sempre tenuti nelle piazze principali delle città o come vuole una moderna usanza, svolti in Teatro o cinema anch’esso nel centro città.  Ecco che dopo una brevissima riflessione, comincio a spiegarmi il perché di questa “anomala” scelta dei luoghi comiziali. Il Cinema Andromeda viene preferito al più importante, capiente e centralissimo Teatro G. Verdi, perché intitolato ad un Massone? Si, anche per il fatto che il giorno prima lo stesso Teatro ospitava una mostra d’arte su Michelangelo, esposta da Vittorio Sgarbi candidato di Forza Italia per la “Camera” nel collegio di Pomigliano D’Arco, proprio contro Di Maio, candidato per il M5s. E non solo.

Il candidato premier Di Maio avrà forse saputo che per arrivare in centro Città, sarebbe dovuto transitare per:  via Cesare Battisti (Massone), via Giuseppe Mazzini (Massone), via Camillo Benso di Cavour (Massone), via Alessandro Manzoni (Massone), via Ferrante Fornari (Massone), via Benedetto Marzolla ( Massone), via Francesco Palma (Massone) o per corso Giuseppe Garibaldi (Massone), via Giosuè Carducci (Massone), sfiorando, via Enrico Fermi (Massone), piazza Francesco Crispi (Massone) etc… Preferendo la scuola Ettore Majorana alle: ex Edmondo De Amicis (Massone) o la Giovanni Pascoli (Massone), la Carlo Collodi (Massone), la Goffredo Mameli (Massone). Oltre ai meno noti: Cosimo Laviano, Carlo Marzolla, Teodoro Moscani, Lorenzo Ripa, Giovanni Sala (di cui palazzo sta difronte al palazzo Comunale), Obbedienzo Vavotici, Gennaro del Giudice, Teodoro Corrado, Lucio Alessano, Giuseppe Carasso, Giuseppe Alessano, Leonardo de Roma, Agostino Fedele. Ci viene anche da pensare che abbia voluto evitare il comizio in: piazza Benedetto Cairoli (Massone), il parco Cesare Braico (Massone), tornandosene a Roma evitando via Alessandro Fleming a Carovigno (Massone), via Giovanni Amendola a Latiano (Massone), via Salvatore Quasimodo a Latiano (Massone)….

Credo che la “Gaffe” di Di Maio sugli iscritti alla Massoneria, lo abbia fatto sentire “soffocato” dagli innumerevoli riferimenti ai nomi illustri di Massoni presenti nella nostra Città, molti dei quali subirono la spoliazione dei beni e la pena di morte, pagata a caro prezzo per il pensiero Mazziniano dell’Unità d’Italia, Laica e Repubblicana, pregna dei Valori della Massoneria, composta in quel periodo dall’alta borghesia, dalla nobiltà e da intellettuali, i quali diedero vita al periodo del Glorioso Risorgimento italiano. Nella città di Brindisi nascono in clandestinità, dovuta alla “ovvia” natura intellettuale dei gruppi, numerose organizzazioni patriottiche che oggi chiameremo “Logge” che operavano nell’ombra, dapprima come carboneria, poi con “Adelfi “, “Filadelfi”, “Decisi”, “Calderai”, I “patrioti Europei” etc.. Tra il 1820 e il 1830, secondo i registri della polizia, contava 277 affiliati, (settari), tra questi vi erano numerosi proprietari terrieri, liberi professionisti, nuovi industriali e persino sacerdoti. Il più noto fu Don Pasquale Camassa (papa Pascalinu). Peccato che, anche su Ettore Majorana, i dubbi della sua appartenenza alla Massoneria, ci vengono per questioni legati alla “Clandestinità” massonica del periodo della sua “sparizione”, fatti che riterrebbero farci pensare ad una sua iscrizione “in aurem magistri,”  (vale a dire ‘membri coperti’) registri noti solo ai Gran Maestri, che in quell’epoca vennero dispersi e addirittura distrutti. È noto che lo stesso Majorana fu allievo prediletto di Enrico Fermi (massone già citato).

Concludendo, con questa “Terribile” affermazione, Di Maio divide e preoccupa l’opinione pubblica, già confusa in una “Fauna politica” fatta di dichiarazioni spropositate e anti Democratiche. Peccato non “essere” un partito politico, perché avremmo potuto esprimere il Vero sentimento Liberale di cui se ne sente veramente il bisogno. Astenendomi dal commentare l’inopportuno intervento del candidato premier  Di Maio, svoltosi in una scuola superiore su invito del Dirigente scolastico e fortemente contestato dalle forze politiche Locali, ci auguriamo che i “fazzoletti”  siano ritirati al più presto e che ci si riguardi da queste generiche e infami, nonché razziste, affermazioni pubbliche che a mio parere sono un vero e proprio pericolo per il futuro della Democrazia e della Nostra Libertà.

“La Massoneria ha unito, unisce e unirà”.

 Stefano E. Erario